Vaccino: una messianica attesa
È di questi giorni la doccia fredda della temporanea sospensione della sperimentazione di fase 3 del vaccino anti SARS-Cov-2 dell’ AstraZeneca, sviluppato in collaborazione con l’italiana IRBM di Pomezia. È certamente una doccia freddissima se come ho letto in Repubblica del 9 settembre: “ L’Italia doveva ricevere tra le 2 e le 3 milioni di dosi come prima fornitura a novembre e somministrarle a persone a rischio, come chi svolge lavori sensibili come gli operatori sanitari” [1] . Apparentemente si è potuto pensare, come nelle fantasiose dichiarazioni di Trump e Putin in materia di vaccini, che la scadenza di novembre fosse una cosa seria e potessero già esistere le condizioni di sicurezza e constatata efficacia per somministrare il vaccino su larga scala.