Un test salivare ogni tre giorni e passa la paura. L'esperimento dell'università dell'Illinois
Per Silvia Murgia ormai è un’abitudine. Al mattino, quando esce dal suo appartamento nell’università dell’Illinois dove studia, si ferma allo stand dei test salivari. “Se c’è fila, ci vogliono dieci minuti” racconta. “Si prende una provetta, vi si deposita qualche goccia di saliva, si chiude e si lascia in un contenitore che viene sigillato e spedito in laboratorio”. Gli apparecchi per le analisi del genoma del coronavirus lavorano 24 ore al giorno. Il referto di Silvia arriverà qualche ora dopo sul cellulare. “L’università ci ha fornito una app in cui sono registrati i risultati. Bisogna mostrarla per entrare ovunque, nel nostro campus a Urbana-Champaign: nei dipartimenti, nelle aule e in tutti gli altri spazi comuni”.